Per molti residenti si è trattato di un’attesa lunga vent’anni ma, finalmente, il 5 agosto un colpo simbolico di piccone ha dato il via all’abbattimento del tratto di Tangenziale Est che sorge nel quartiere Tiburtino.
I lavori di demolizione dei circa 500 metri di sopraelevata, che hanno preso il via nella giornata di ieri alla presenza della sindaca Virginia Raggi, dureranno 450 giorni, costeranno 7,6 milioni di euro e saranno il primo passo verso una più generale riqualificazione architettonica dello spazio lasciato libero.
L’inaugurazione del cantiere è stata, infatti, occasione per discutere proprio della ridestinazione dell’area e dell’iniziativa popolare ad essa collegata.
Il progetto – lanciato da un coordinamento dei comitati Associazione Rinascita Tiburtina, Cittadinanzattiva assemblea territoriale Nomentano, Comitato Cittadini Stazione Tiburtina e Vento di Cambiamento Fenix, supportati dallo Studio di Architettura Partecipata AUP – ha raccolto l’adesione di 8000 cittadini che hanno firmato una proposta chiara successivamente accolta con parere favorevole anche dal II Municipio.
Nella proposta, il terminal bus ora sito nel piazzale ovest del quartiere, rimane inquadrato nella nuova visione proprio per espressione dei cittadini in virtù del suo indispensabile ruolo nel sistema della mobilità romana, nazionale ed internazionale, e nel controllo degli spazi pubblici limitrofi. Una stazione bus rinnovata, non più “aperta”: il nodo intermodale, uno dei più importanti d’Italia, vivrebbe così l’occasione di diventare un terminal chiuso con filtri per l’aria e pannelli solari, ecologico, funzionale e con servizi moderni, mantenendo la funzione di nodo di scambio all’interno di una città strutturata e vissuta.
Molti i media che si sono interessati alla questione. Il Corriere della Sera ha dedicato uno spazio agli architetti che hanno tracciato il disegno di riqualificazione che ha convinto migliaia di cittadini: