- A causa della pandemia crollo del traffico con punte fino all’85%
- Mobilità collettiva con autobus asset insostituibile per il Paese
Nel 2020 la pandemia ha causato una perdita di fatturato nel settore del trasporto collettivo di persone quantificabile in circa 2.200 milioni di euro, con la prospettiva di un’ulteriore perdita nel primo semestre 2021 di almeno un miliardo di euro.
Il dato è emerso da un documento presentato dall’Anav (Associazione Nazionale Autotrasporto Viaggiatori) nel corso di un recente confronto con il ministro Enrico Giovannini sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), adottato nel Consiglio dei Ministri del 12 gennaio 2021 e ora in corso di revisione.
Per il settore dei trasporti in Italia, l’efficace realizzazione del PNRR rappresenta un’opportunità irripetibile per colmare il gap accumulato rispetto agli altri Paesi europei in termini di infrastrutture e di sostenibilità ambientale e per raggiungere l’obiettivo della realizzazione di un sistema di mobilità intermodale, collettiva e sostenibile.
Sotto questo profilo, le società che gestiscono l’Autostazione Tibus di Roma e le Autostazioni di San Donato Milanese e Lampugnano (Autostazioni di Milano S.r.l.), nel ribadire l’importanza del ruolo rivestito dalle autostazioni italiane, chiedono l’opportunità di inserire nel PNRR provvedimenti specifici per un servizio che ha visto un crollo del traffico con punte superiori all’85%.
In periodi pre-pandemia l’Autostazione Tibus movimentava circa 600 bus al giorno, rispondenti a 103 società operanti, per un totale di 8 milioni di passeggeri l’anno. Il 40% di questi proviene dalle regioni centro-adriatiche (Abruzzo, Marche, Molise), rendendo di fatto l’autostazione di Largo Guido Mazzoni, in zona Tiburtina, la porta di accesso a Roma per gli abitanti di queste regioni, che scontano storicamente un meno efficiente servizio ferroviario.
Le Autostazioni di San Donato Milanese e Lampugnano in Milano registravano circa 400 bus attivi al giorno, rispondenti a 104 società operanti, per un totale di 5 milioni di passeggeri l’anno.
Dal Piano, però, non emerge alcun progetto per le autostazioni o per favorire l’intermodalità dei passeggeri in ambito regionale e locale. La proposta approvata dal Consiglio dei Ministri appare migliorabile sotto il profilo degli investimenti infrastrutturali, in mezzi, tecnologie e servizi per la realizzazione di una rete intermodale a supporto della “mobility as a service”, il canale digitale congiunto che consente agli utenti di pianificare, prenotare e pagare più tipi di servizi di mobilità.
La mobilità collettiva tramite autobus costituisce un asset insostituibile per le caratteristiche di flessibilità, frequenza, capillarità e capacità di penetrazione urbana: investimenti per la realizzazione di nuove autostazioni e per l’ammodernamento di quelle già esistenti con parcheggi di interscambio e nodi intermodali tra trasporto ferroviario e trasporto collettivo con autobus, rappresentano un passaggio indispensabile per favorire l’accessibilità, un’adeguata capacità di afflusso e un miglioramento generale della qualità dei servizi offerti a viaggiatori e turisti.